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Le nostre barche

2.4 mR S.I.

Il 2.4 nasce a Stoccolma nel 1983 . Si tratta di una sorella minore, in termini di dimensioni, ma non di stile di vela, delle più grandi imbarcazioni metriche 6m, 8m e 12m (queste ultime utilizzate per la Coppa America). Poiché il timoniere si trova seduto all'interno dello scafo esattamente davanti a tutte le manovre di controllo, la conduzione non è impegnativa dal punto di vista fisico e le regate vengono disputate in formula “open” cioè aperta a uomini, donne, giovani e non più giovani, abili e persone con disabilità fisiche, cioè tutti regatano insieme senza nessuna distinzione di categoria. È un'imbarcazione in cui sono molto sofisticate sia la regolazione delle vele, che la tattica, che la strategia di gara. La classe 2.4 ha ottenuto ben presto una notevole popolarità per le sue qualità uniche e si è diffusa in tutto il mondo. Le imbarcazioni sono tutte uguali, per garantire la monotipia, tuttavia il Regolamento di Classe permette variazioni per quanto riguarda le attrezzature per mantenere equilibrato il “campo di gioco” in caso di differenza dal punto di vista della forza fisica, delle dimensioni e delle capacità del velista, pur contenendo il suddetto equipaggiamento in un range di costi ragionevoli.

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Pur vedendo la partecipazione di atleti con disabilità motorie, le classifiche delle regate non presentano differenziazioni tra i velisti, come tra uomini e donne che regatano. L'equipaggio è composto da una sola persona. Il timoniere non è seduto sui bordi dell'imbarcazione ma su un apposito sedile - fissato nel pozzetto e rivolto verso prua - montato su binari: è possibile spostarlo avanti o indietro, per modificare l'assetto dell'imbarcazione. Il timoniere manovra solo con le mani. Il timone è comandato da una pedaliera oppure da una leva che lavora orizzontalmente. Il timoniere, quindi, non deve spostarsi fuori bordo per bilanciare la barca sotto raffica, perché lo sbandamento viene compensato dalla zavorra (circa 180 Kg.) posta nella chiglia della barca. Armata 'a sloop' con randa e fiocco, il 2.4 ha l'albero regolato da sartie con un ordine di crocette che lavorano su un piano trasversale, strallo di prua e paterazzo di poppa. L'attrezzatura è composta da rotaie e barber per il punto di scotta del fiocco, carrello di scotta per la randa, regolazioni per drizza e cunningham del fiocco, tesa-base della randa, vang e caricabasso. È possibile effettuare regolazioni di estrema finezza nella massima tranquillità e l'imbarcazione reagisce con molta sensibilità in tutte le andature. Una vela modernissima, insomma, dalle prestazioni tecniche notevoli, inaffondabile, facile da trasportare e da mettere in acqua. Quello che ha reso famosa nel mondo della vela questa piccola imbarcazione, è la possibilità di veder regatare atleti normodotati e atleti disabili alla pari, senza speciali classifiche che rilevino tale 'differenza' perché, proprio per le peculiarità del 2.4, persone con disabilità motorie possono accedere a tale sport con le stesse possibilità di un atleta che non presenti alcun problema. 

 

Dati Tecnici:

Lunghezza scafo 4,182 m; Lunghezza al galleggiamento 2,978 m; Larghezza 0,720 m; Dislocamento 254 kg; Superficie velica 7,39 mq

Meteor

Nato nel 1968 dalla matita dell'architetto olandese Van De Stadt, il Meteor, nonostante la sua età, si conferma una fantastica barca a vela per tutte le evenienze. Adatta per la scuola vela, per la breve crociera costiera, ma è soprattutto durante le regate che dà il meglio di sé. La classe italiana Meteor (http://www.assometeor.it) è molto attiva in Italia per promuovere questa piccola grande barca e per organizzare al meglio le regate. 

Elegante e classico nelle linee dell’opera morta, dotato di un’elevata, ma non esasperata, efficienza idrodinamica, semplice e completo nelle manovre in coperta e, soprattutto, sicuro e robusto, il Meteor divenne una barca molto popolare negli anni Settanta. Il Meteor si produce ancora oggi e molti velisti giunti tardivamente a questo sport hanno preso in mano la barra per la prima volta proprio con il Meteor, così come affermati campioni sono passati dalle derive a più celebrati monotipi a bulbo “transitando” per questa barca. 

Attualmente l’Assometeor conta circa duecento soci proprietari, distribuiti in dodici Flotte, assai attive nell’organizzazione dell’attività agonistica della classe, che si colloca ai vertici della vela italiana quanto al numero degli aderenti.

Complessivamente in Italia è oggi possibile contare circa un migliaio di Meteor naviganti. Indubbiamente, un grande successo; un successo dovuto alla semplicità della barca, ai limitati costi di acquisto e di gestione e, soprattutto, all’opportunità di regatare ogni domenica, confrontandosi ad armi pari con numerosi altri concorrenti negli specchi d’acqua di tutta la Pensiola. 

Altra caratteristica fondamentale del Meteor è la possibilità di modificare a piacimento l'attrezzatura di coperta, rendendolo di fatto personalizzabile come meglio si crede o addirittura adattabile per essere usato da persone con diverse disabilità.

L'equipaggio del Meteor è composto da 3 o 4 persone: un timoniere e randista, uno o due centrali alle manovre e alla scotta del fiocco e un prodiere. 

Armato a sloop, ha in dotazione randa, genoa, fiocco, tormentina e spinnaker per una navigazione in ogni condizione meteo.

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Dati tecnici:

Lunghezza scafo 6.00 m; Lunghezza al galleggiamento 5.20 m; Larghezza 2.13 m; Dislocamento 770 Kg; Superficie velica 21.55 mq + 26 mq Spinnaker

Arpege

L'Arpège é uno sloop armato in testa d'albero. La sua lunghezza fuori tutto è di 9,25 metri. Il baglio massimo misura 3 metri, una larghezza normale ora, ma nel 1967, anno in cui è stata progettata la barca, appariva un'esagerazione, caratteristica che lo rendeva però molto confortevole e spazioso per i canoni del tempo. Il dislocamento è di 3,3 tonnellate con una zavorra di 1,2 t. costituita da una pinna di deriva molto allungata nel senso longitudinale, ma poco profonda e da un poderoso siluro terminale, il tutto in ghisa. Il pescaggio è limitato a 1,35 m. 

Le forme dell'opera viva e la percentuale di zavorra rendono la barca restia ad improvvisi sbandamenti ed anche con vento sostenuto gli interventi di riduzione della tela possono essere eseguiti in tutta calma e tranquillità. Il lungo timone permette sempre un ottimo controllo e, grazie agli slanci abbastanza pronunciati ( la lunghezza al galleggiamento è di appena 6,7 m) il passaggio sull'onda è sempre morbido.

Il piano velico prevede una randa di circa 17 mq e un genoa di circa 31.5 mq. È inoltre previsto uno spinnaker di circa 66 mq.

 

La sistemazione interna prevede un totale di sei cuccette: due che si infilano sotto le panche del pozzetto, e quattro nella dinette. Di queste ultime, le due basse sono molto larghe e costituiscono anche le sedute del "quadrato", mentre le due più alte sono assai più strette, ma gli occupanti sono ben trattenuti da delle bande laterali in legno che possono essere sistemate in più posizioni.

La tuga, elegantemente slanciata, é prevista su due livelli, in modo da permettere l'altezza di 1,80 metri sia nel quadrato che nella "sala nautica". Quest'ultimo ambiente sorprende per il tavolo da carteggio, veramente di dimensioni ragguardevoli e che testimonia la predisposizione alturiera della barca. Contrariamente alla moda attuale, la zona di prua é libera da cuccette e costituisce il cala vele. Quì si trova anche il servizio di bordo dotato di wc e di lavello. 

L'Arpege è insomma una barca che, a dispetto dei cinquant'anni e più, può considerarsi ancora uno dei nove metri più validi per chi apprezza la marinità e la sicurezza. Altre barche sono arrivate vicino all'Arpège, ma nessuna l'ha mai superata, tanto che il record del numero degli esemplari prodotti lo detiene ancora questa mitica barca francese.

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